La striscia di medaglie ai Campionati Europei di tuffi ad Antalya si interrompe alla quarta giornata di gare, nonostante le belle prestazioni degli atleti azzurri: arrivano due quarti posti nelle due finali di oggi, quello della coppia formata da Chiara Pellacani ed Elisa Pizzini nel sincro trampolino e quello di Riccardo Giovannini dalla piattaforma, entrambi a pochissimi punti dal podio; ottima gara anche per Simone Conte che all’esordio internazionale è sesto, dopo aver combattuto a sua volta fino all’ultimo tuffo per le medaglie.
Domani è il turno di Lorenzo Marsaglia e Giovanni Tocci dal trampolino 1 metro, mentre Giovannini torna dalla piattaforma per il debutto del sincro misto con Sarah Jodoin di Maria.
La finale sincronizzata si apre subito in salita per le azzurre, a causa di un clamoroso errore da parte di Elisa Pizzini, che sbaglia totalmente il presalto dell’obbligatorio avanti: sia lei, sia Chiara Pellacani che la segue con la coda dell’occhio riescono a fermarsi appena in tempo per riuscire a ripetere il tuffo, ma subiscono una penalità che le lascia indietro di dodici preziosissimi punti rispetto alle altre coppie in gara.
Pellacani e Pizzini provano una rimonta disperata che in parte riesce pure, perché riescono a superare Georgia e Turchia con il secondo obbligatorio, la Svezia con il doppio e mezzo indietro e la Polonia con il doppio e mezzo avanti con due avvitamenti: ma i tre liberi, seppur di buona qualità, non superano di molto i 60 punti. Alla fine dei dodici punti di svantaggio ne recuperano poco meno di undici, chiudendo quarte a 263.70 punti, a poco più di un punto dal bronzo e a due dall’argento – una ulteriore beffa, visto che in tutte le gare sincronizzate finora punti o centesimi di punto sono stati decisivi a nostro svantaggio.
Vittoria netta, un po’ sorprendente ma più che meritata per l’Ucraina, con Kseniia Bochek e Diana Karnafel, provenienti dalle gare giovanili, che si sciolgono in un pianto liberatorio a fine gara: per loro 276.84 punti, contro i 265.95 punti della Germania di Lena Hentschel e Jette Mueller e i 264.90 punti della Gran Bretagna di Desharne Bent-Ashmeil e Amy Rollinson, campionesse uscenti.
Nella finale maschile dalla piattaforma gara abbastanza regolare per Riccardo Giovannini, che dopo un inizio soft ha tirato fuori due tuffi eccellenti, il triplo e mezzo avanti carpiato da 8 (72 punti) e il triplo e mezzo ritornato raggruppato da 8.5 (81.60 punti), che lo hanno portato a proporsi per le medaglie fino alla fine. Paradossalmente è stato “tradito” da un tuffo che solitamente gli è molto congeniale, il triplo e mezzo indietro raggruppato, con cui nel recente passato ha ottenuto punteggi altissimi. Con quello di questa mattina si sarebbe certamente aggiudicato il bronzo, mentre ottenendone “solo” 64 – e chiudendo a 420.15 punti – ha permesso all’austriaco Anton Knoll di sorpassarlo proprio con il tuffo conclusivo della gara, forte del coefficiente più alto del triplo e mezzo ritornato. Giovannini chiude quarto a poco più di tre punti dal podio!
Anche Simone Conte ha ceduto nell’ultima rotazione, dove aveva però il ben più difficile quadruplo e mezzo avanti raggruppato, un tuffo che ha inserito da poco nel programma per renderlo più ambizioso. Tuttavia ha portato a casa un’ottima prima finale europea assoluta, migliorando quasi tutti i suoi tuffi e restando nelle prime due posizioni per quasi tutta la gara: ben tre i tuffi da 8, il doppio indietro dalla verticale con due avvitamenti (86.40 punti), il doppio e mezzo rovesciato (67.20) e il triplo e mezzo ritornato (75.20 punti). Il quadruplo e mezzo avanti conclusivo è invece, purtroppo, stato simile a quello del mattino, decisamente scarso, ma ha superato per la prima volta “quota 400”, chiudendo a 410.60 punti, il suo record, e con il sesto posto.
Terzo oro europeo di specialità per l’ucraino Oleksii Sereda, il favorito della vigilia, con 468.65 punti, davanti a un altro atleta proveniente dalle gare giovanili, il tedesco Ole Rosler, con 439.45 punti. Come detto, il bronzo va ad Anton Knoll con 423.35 punti, che riporta l’Austria sul podio della piattaforma maschile dopo quasi cento anni.