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Rip-It: I tuffi in Russia, tra un glorioso passato e un incerto futuro.

Pubblicato il Atleti, Diving, Inchieste, Rip-It, Tuffi

zakharov

Questo maxi-articolo vi arriva da una collaborazione tra TuffiBlog e Anticommento (http://www.anticommento.corsia4.it/).

È ufficialmente iniziata la resa dei conti in Russia per quanto riguarda i tuffi: per la prima volta da quando la Russia compete indipendentemente e non all’interno dell’URSS, i tuffi russi non portano nessuna medaglia a casa né alle Olimpiadi né in Coppa del Mondo (l’ultima volta, come Unione Sovietica, era successo nel 1988, ma c’erano solo quattro medaglie disponibili: non erano stati ancora introdotti i tuffi sincronizzati).

Con la posizione del CT russo Oleg Zaitsev decisamente traballante dopo una stagione olimpica assolutamente negativa, si moltiplicano le voci dissidenti, gli attacchi alla gestione, le scoperte decisamente dubbie e le critiche a una mentalità definita “ferma agli anni Ottanta negli allenamenti e nel modo di concepire questo sport”. Mentre il presidente federale Alexey Vlasenko medita l’introduzione di un allenatore straniero all’interno della squadra olimpica – una novità assoluta per l’autarchica scuola ex-sovietica – Gleb Galperin e Dmitry Sautin, campionissimi di un’epoca russa ormai conclusa e i maggiori oppositori dell’attuale gestione dei tuffi, richiedono (e probabilmente otterranno) maggiore coinvolgimento decisionale.

Il blogger Dmitry Irbisov, fondatore della news agency IRBIS, individua esplicitamente nel CT Zaitsev e nel presidente federale Vlasenko i responsabili del fallimento della spedizione russa sia alla Coppa del Mondo, sia ai Mondiali, nella sua lunga inchiesta “I traditori della patria: la situazione scandalosa della nazionale russa di tuffi”.

Il titolo è una citazione quasi perfetta di una dichiarazione di Kuznetsov, che ha definito “traditori della patria, feccia che merita solo disprezzo” i media che hanno criticato gli atleti della nazionale e il CT Zaitsev.
L’inchiesta di Irbisov parte da fine gennaio 2016, quando la stagione olimpica era appena iniziata: in quel periodo dalla federazione russa arrivò la decisione di spostare i campionati russi – valevoli per le qualificazioni olimpiche – da San Pietroburgo a Penza; uno spostamento di natura economica secondo le fonti ufficiali (Zaitsev affermò che ciò avrebbe ridotto i costi degli spostamenti e dei soggiorni degli atleti), ma con alla base anche delle ragioni politiche che hanno visto coinvolte figure istituzionali locali e nazionali.

I primi scricchiolii si sono avvertiti dopo la Coppa del Mondo a Rio, che è stata disastrosa per la nazionale russa, che non conquistò nessuna medaglia in campo maschile, contando come miglior piazzamento il 5° posto nel sincro piattaforma: ancora peggio in campo femminile, con le coppie sincro che mancarono la qualificazione olimpica (7° posto dalla piattaforma, addirittura 14° dal trampolino), e solo due pass individuali su quattro (Ilinykh da 3 metri, Petukhova dalla piattaforma, con un altro pass dal trampolino assegnato solo ai ripescaggi).

Due i fatti che lasciarono perplessi molti addetti ai lavori: l’esclusione di Minibaev e Zakharov dalle gare individuali, giustificata da Vlasenko con la decisione degli allenatori, e la dichiarazione di Gleb Galperin, ex campionissimo e presidente della sezione moscovita di tuffi, che svelò sulla sua pagina Facebook l’assenza di un massaggiatore nello staff tecnico russo, ma la presenza di uno… sciamano tibetano, chiamato ad accompagnare la squadra partita per Rio per contrastare la cattiva sorte e acclimatarsi meglio in Sud America.
Il post su Facebook di Galperin suscitò un certo scalpore in patria e all’estero: fu supportato pubblicamente da atlete di indubbia fama, ma al di fuori del giro politico della Federazione come le campionesse mondiali e olimpiche Yulia Pakhalina e Vera Ilyina e l’argento olimpico Anastasia Pozdnyakova (tutte e tre residenti a Houston da tempo) e ovviamente Dmitry Sautin, già da tempo critico nei confronti della federazione. Altri tuffatori e allenatori hanno supportato il post in questione.

Anche i risultati dei quattro russi presenti alle World Series sono stati altalenanti: molto bene a Pechino con l’argento nel sincro 3 metri e i bronzi nelle gare individuali di Minibaev e Kuznetsov, meno a Dubai con il solo bronzo di Minibaev e due altri bronzi nelle gare miste, che non sono parte del programma olimpico, con Zakharov eliminato in semifinale. Dalla tappa di Windsor è arrivata una sola medaglia, quella di bronzo nella piattaforma sincro con la coppia Shleikher – Minibaev, al loro esordio ufficiale.

A Kazan, ultima tappa delle World Series, è arrivato finalmente l’oro nel sincro 3 metri, ma Zakharov e Kuznetsov hanno vinto in una gara senza cinesi; Zakharov ha poi vinto l’argento da 3 metri, con Kuznetsov quinto, ed è arrivato un bronzo nella gara mista dalla piattaforma che, lo ripetiamo ancora una volta, non è parte del programma olimpico.

In occasione dell’ultima tappa delle World Series, Vlasenko ha sottolineato che gli atleti russi vi avevano partecipato solo per test, mentre gli altri avevano gareggiato per vincere; una frase del presidente della federazione ha colpito molto Irbisov, “Non è ammesso credere nelle capacità di Zakharov”, perché implicitamente ammetteva che nessuno degli altri atleti fosse alla sua altezza, se non all’altezza della concorrenza mondiale.

A giugno, a Penza, si sono finalmente disputati i campionati russi, che avrebbero dovuto selezionare gli atleti che avrebbero occupato le “caselle” olimpiche dei pass conquistati tra i Mondiali e la Coppa del Mondo; tuttavia, né Minibaev né Kuznetsov si sono presentati, a causa di infortuni patiti dopo gli Europei e che avrebbero richiesto ogni sforzo per il loro recupero.
Prima ancora dell’inizio della prima gara, lo speaker della Federazione ha accolto il pubblico con un annuncio: uno ad uno, sono stati letti i nomi della squadra olimpica, già decisa a livello federale, e svuotando di ogni interesse e importanza i campionati in questione. I risultati di questi ultimi, infatti, hanno dipinto una formazione ben diversa: da 3 metri, assente il fresco campione europeo Kuznetsov, Zakharov è arrivato soltanto secondo dietro Evgeny Novoselov (sebbene nessuno avesse raggiunto il minimo federale), il quale, con il fratello Vyacheslav, ha vinto anche la gara sincro!

Il CT Zaitsev e il presidente Vlasenko, rimangiandosi tutte le dichiarazioni precedenti che definivano dirimenti i campionati nazionali, hanno così portato prima allo stage olimpico a Cuba (l’unica settimana dell’intera stagione in cui gli atleti hanno potuto allenarsi all’aperto), poi alle Olimpiadi di Rio, la formazione annunciata prima dei campionati, escludendo chi aveva conquistato la qualificazione sul campo.

I risultati sono noti a tutti: Bazhina e Timoshinina protagoniste di gare horror; il capitano della squadra olimpica, Zakharov, ha fallito l’accesso in finale, così come Shleikher, Petukhova e Ilinykh; solo Kuznetsov, quarto, e Minibaev, ottavo, hanno ben figurato, mentre entrambe le coppie sincro sono arrivate settime e hanno fallito anche l’accesso alle World Series.

La chiusura delle gare olimpiche ha fatto esplodere le tensioni all’interno della squadra e dell’ambiente: Minibaev si è dichiarato “non soddisfatto” del lavoro compiuto con il suo allenatore, andando apertamente contro Kuznetsov; Sautin ha osservato che il problema degli atleti russi alle Olimpiadi, senza invocare la scarsa unità di squadra, era più psicologico e attitudinale che fisico; Zaitsev ha dovuto ammettere che c’era tensione anche nella coppia sincro Zakharov-Kuznetsov, che ha mancato di comunicazione e sincronismo mentale.

Il più critico è stato Galperin: intervistato da Business Gazeta, ha contestato non solo la presenza del famigerato “sciamano”, ma anche quella dei coach e dello staff tecnico bielorusso, “una buona scuola, ma che non credo possa fornire qualcosa di utile alla Russia, che è sempre stata al top per quanto riguarda i risulati e ora si ritrova con un passato glorioso, ma con un presente difficile”. Galperin suggerisce l’assunzione di specialisti sia per l’allenamento fisico, sia per l’acrobatica, proponendo l’adeguamento alle grandi nazioni mondiali che vedono l’abbandono degli allenatori “tuttofare”.

La situazione, secondo Galperin, è difficile anche per il futuro: la Russia era abituata a dominare le classifiche europee fin dai campionati juniores, mentre a quelli di Rijeka il solo Ruslan Ternovoi ha mantenuto alti gli standard, e sono arrivate medaglie da paesi rivali, in particolare Inghilterra, Germania, Ucraina, che hanno investito nei giovani; la squadra B non avrebbe abbastanza occasioni per fare esperienza internazionale, restando inferiori alle altre nazioni, mentre squadre come quella americana hanno scommesso, per esempio, su Dorman e Hixon, che ora sono argenti olimpici nel sincro. Invece le seconde linee russe (i fratelli Novoselov, Myalina, Belevtsev, Molchanov, il suo stesso fratello Egor Galperin e perfino Shleikher, aggregato soltanto di recente alla squadra “A”), che sono comunque tutti “senior”, hanno due sole occasioni in una stagione per gareggiare a livello assoluto, e anche così non è detto che possano qualificarsi per le competizioni internazionali, vista la discrezionalità delle convocazioni.

Secondo Dmitry Irbisov, Vlasenko risulta attivamente coinvolto non solo nelle selezioni della squadra, che sarebbero di competenza del CT, ma anche nei metodi di allenamento: sarebbe sua la richiesta a Zakharov di cambiare il presalto, un elemento fondamentale che in genere non viene più ritoccato da quando si impara da piccoli, a meno di non voler cambiare l’intera tecnica del tuffo dell’atleta. Anche il CT, secondo il blogger, ha le sue parti di responsabilità: è accusato di scarsa comunicazione con gli allenatori personali degli atleti (in particolare Tatyana Korobko, allenatrice di Zakharov, che ha avuto problemi cardiaci a inizio stagione), di aver costretto Izmailov a cambiare allenatore, da Raisa Galperina a Yuri Aseledkin, e di aver negato a Minibaev di cambiare partner di sincro (da Izmailov a Shleikher) salvo poi cambiare a stagione decisamente in corso, alle World Series canadesi.

Vlasenko, in difficoltà ma ancora saldo al suo posto, a meno di interventi che coinvolgano le sfere politiche, ha affermato che, visti i risultati ottenuti a Londra e a Barcellona, la fiducia a Zaitsev non poteva essere messa in discussione, ma che colloqui con il ministro dello Sport e personalità di spicco dell’ambiente hanno portato alla conclusione che è necessario un programma di svecchiamento degli standard russi, molto ancorati al passato: di questo rinnovamento faranno parte non solo Zaitsev, ma anche tre personalità di spicco dei tuffi russi: Dmitry Sautin, Gleb Galperin e Elena Vaytsekhovskaya – quest’ultima, la meno nota dei tre in Italia, è stata oro olimpico a Montreal ’76 ed è una giornalista sportiva di punta in Russia da oltre venticinque anni.
Vlasenko accetta anche la possibilità, ventilata da Galperin, di introdurre un coach straniero, probabilmente cinese, all’interno dello staff tecnico, come già fanno numerose altre nazionali e club. Decisivo in tal senso è stato anche il parere di Alexei Evangulov, a lungo parte dello staff tecnico russo ma che ha portato, nel giro di due programmi quadriennali, la nazionale britannica a essere una superpotenza capace di sfidare i cinesi.


Articolo di Carmine M. e Nicola Marconi.
Un ringraziamento all’interprete Maria Romanova per il supporto linguistico.
Riproduzione permessa su: Tuffiblog, Anticommento.

FONTI
IRBIS, “I traditori della patria: la situazione scandalosa della nazionale russa di tuffi”
Pravda News, “Penza, non San Pietroburgo, ospiterà i campionati di qualificazione olimpica dei tuffi”
Fontanka, “Penza ruba i campionati di San Pietroburgo”
Facebook, Pagina ufficiale di Gleb Galperin
TASS, “Gleb Galperin: la nazionale di tuffi russa avrà l’assistenza di uno sciamano”
R-Sport, “Vlasenko afferma che è presto per tirare le somme sui risultati russi in Coppa del Mondo”
R-Sport, “Vlasenko: come potete non credere in Zakharov?”
Sport Express, “Speciale Persone: tre visioni sulla realtà olimpica”
Sport Express, “Oleg Zaitsev: il contatto psicologico tra Zakharov e Kuznetsov era interrotto”
Business Gazeta, “Galperin: alle Olimpiadi la nostra squadra ha fallito”
R-Sport, “Kuznetsov contesta le critiche negative nei confronti dei tuffatori russi”
R-Sport, “Sautin: I tuffatori russi avrebbero potuto vincere un paio di medaglie olimpiche, ma si sono dimostrati sopraffatti”
R-Sport, “Vlasenko: Valutiamo l’idea di un coach straniero per i tuffatori russi”
R-Sport, “Vlasenko: Il risultato dei tuffatori russi alle Olimpiadi non è positivo”

Foto di apertura: semifinale olimpica Rio 2016

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