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Olimpiadi Tokyo 2020 – la lotta di Shi Tingmao per il benessere mentale

Pubblicato il Atleti, Diving, Estero, NewSplash, Olimpiadi, Road to Tokyo 2020, Tuffi

Quando ieri si è confermata campionessa olimpica dal trampolino (per lei il quarto oro, due a Rio e due qui a Tokyo), prolungando una striscia di imbattibilità in campo internazionale che dura dal 2015, non pochi si sono stupiti della sua reazione, inconsueta per il tradizionale aplomb cinese: dopo che è apparso il suo punteggio sul tabellone, una mera formalità, Shi Tingmao è scoppiata in un pianto a dirotto, a stento consolata dalla connazionale Wang Han. Qualcuno aveva ipotizzato fossero lacrime di gioia, ma non era così, ed è stata lei stessa a spiegare l’origine della sua reazione in conferenza stampa.

Shi Tingmao ha infatti rivelato che, fin da dopo i Giochi di Rio, ha sofferto di un forte stress mentale che l’ha portata a sfiorare la depressione, e che solo il lavoro portato avanti con una psicologa dello sport le ha permesso di alleviare una parte della forte pressione di essere una tuffatrice competitiva e allo stesso tempo di non soccombere alla depressione, o peggio.

Aveva toccato un punto tale da pensare di smettere di gareggiare, e che solo l’amore profondo che ha per lo sport le ha permesso di non arrendersi, ma ha ammesso che arrivare fino a Tokyo non è stato per niente facile.

“Per tutto il tempo è come se ci fossero due voci nella mia testa, che combattono l’una contro l’altra”, ha detto, ricreando una situazione in cui non poche persone non faticheranno a immedesimarsi. “Una parte di me dice, ‘sei una medaglia d’oro olimpica, puoi prenderti una pausa, puoi farla finita con lo sport’, e l’altra risponde ‘non puoi arrenderti così, tu ami i tuffi, non puoi lasciare’.”

Una dichiarazione molto sincera e proprio per questo molto inusuale per un’atleta della delegazione cinese, solitamente molto attenta a preservare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Shi Tingmao ha anche rivelato che, a causa della pandemia ma soprattutto della sua dedizione agli allenamenti, non vede la sua famiglia da vicino da un anno e mezzo, e che mantiene i contatti solo attraverso sporadiche videochiamate, per non avere ulteriori tentazioni per mollare tutto. “Sono sicura che la mia famiglia è stata molto preoccupata per me e ogni volta ho sperato che, attraverso lo schermo, pensassero che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.” 

Il 2021 è decisamente l’anno in cui il benessere mentale è salito alla ribalta e ha acquisito finalmente un’importanza pari, se non superiore, a quello fisico: in primavera la tennista giapponese Naomi Osaka, una delle più forti al mondo, ha deciso di prendersi una pausa dopo aver spiegato di soffrire di depressione e di provare forte ansia all’idea delle conferenze stampa con i giornalisti; qui alle Olimpiadi di Tokyo, invece, è stata la migliore ginnasta del mondo, l’americana Simone Biles, a ritirarsi da una serie di finali conquistate sul campo per dare priorità al suo benessere mentale.

In passato diversi tuffatori hanno annunciato il ritiro proprio per proteggere e dare priorità al proprio benessere mentale, come la francese Laura Marino, che ha sofferto di sindrome da burnout.

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