Il portale sportivo Sports4World, fondato da Iaroslav Tokmachov – parte della delegazione di tuffi dell’Ucraina e figlio della direttrice tecnica Tamara – ha intervistato diversi atleti di punta nel corso dei recenti Campionati Europei di Budapest: il tedesco Patrick Hausding, il britannico Jack Laugher, la russa Maria Polyakova e lo svedese Vinko Paradzik hanno fornito ciascuno un personale punto di vista sul ritorno alle grandi competizioni, basato sulle proprie esperienze e le proprie aspirazioni.
Hausding ha sofferto in modo particolare l’obbligo della mascherina in tutti gli ambienti al di fuori della vasca e osserva inoltre che “c’è stato qualche problema con i trasporti e gli orari degli allenamenti contingentati non hanno reso la situazione più facile”; ha anche paragonato l’organizzazione un po’ meno efficiente rispetto all’alta efficienza e disciplina giapponese della Coppa del mondo. Tuttavia ha apprezzato maggiormente le condizioni di soggiorno rispetto a Tokyo – la possibilità di mangiare al ristorante, e con un vitto migliore, di avere una camera con un balcone e anche di avere qualche possibilità di uscire all’aria aperta. Inoltre ha trovato molto stimolante avere una forte competizione, con le migliori squadre tutte presenti a Budapest, anche se dopo un anno senza gare si è sentito emozionato come a inizio carriera e ci ha messo un po’ per riprendere confidenza. L’idea della sua quarta Olimpiade lo esalta, anche se ritiene che lo spirito olimpico soffrirà un po’ della situazione in corso: non ha un obiettivo specifico se non quello di fare la migliore performance possibile, magari puntando al bronzo in uno dei due eventi.
Laugher è autocritico verso le gare che ha condotto e in particolare nei confronti di quella da 3 metri: i suoi errori nelle rotazioni indietro sono costate alla Gran Bretagna due medaglie, e il britannico è cosciente di avere qualche problema con i suoi tuffi, ma è stato molto contento di poter gareggiare dopo oltre un anno. È stato molto emozionato all’idea di vedere per la prima volta la piscina olimpica a Tokyo, dove però gareggiava solo nel sincro 3 metri ed era quindi molto concentrato a conseguire il risultato: ha osservato che sarà difficile essere al meglio alle Olimpiadi con solo due gare sulle gambe, ma punterà a prendere una medaglia sia in individuale che in sincro.
Polyakova ha sofferto maggiormente la presenza della “bolla” e le limitazioni, e non è stata molto contenta dei risultati ottenuti – anche per lei solo due sesti posti, da 1 e 3 metri – tuttavia è stata felice di poter tornare a viaggiare e di poter rappresentare la sua nazione. Anche se gli Europei sono stati un evento più piccolo rispetto alla Coppa del Mondo, si sente felice di essere parte della “famiglia” europea. Non è ancora sicura della partecipazione alle Olimpiadi, dato che la Russia non ha ancora effettuato le selezioni interne per formare la squadra, ma spera di poter fare il suo esordio a Tokyo.
Paradzik ha trovato invece più tollerabili le misure di sicurezza, arrivando addirittura a dire che è stato “quasi un Europeo come un altro”; si è sentito un po’ più libero rispetto a Tokyo, che ha paragonato a una “prigione di lusso” da cui è uscito soltanto per salire sul bus e andare in piscina, ma comprende che le limitazioni siano necessarie. In Svezia non c’è mai stato un vero lockdown, quindi ha sofferto limitazioni minori rispetto ad altri atleti e le piscine sono sempre state aperte per lui: ha percepito davvero le restrizioni soltanto nel corso dei suoi viaggi. Al momento dell’intervista non aveva ancora gareggiato dalla piattaforma (dove si è classificato al settimo posto), ma è stato contento di entrare in finale anche da 1 metro, specialità che gradisce ma che non aveva preparato per questa occasione. Vinko non è riuscito a qualificarsi alle Olimpiadi attraverso la Coppa del Mondo e, con il suo 28° posto, è praticamente impossibile che venga ripescato, ma riesce comunque a scherzarci su provando a immaginare come sarebbe la sua partecipazione.