Con una decisione senza precedenti, la federazione di tuffi degli Stati Uniti d’America, USA Diving, ha comunicato da poche ore che a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19 rinunceranno a partecipare ai Campionati Mondiali Giovanili 2020 (FINA Junior World Championships), previsti dal 29 novembre al 6 dicembre presso il LIKO Sports Center di Kyiv, in Ucraina. Per lo stesso motivo, USA Diving non organizzerà i trials di selezione per la nazionale giovanile.
USA Diving elenca quattro motivazioni principali per la decisione: in primo luogo naturalmente il rischio per la salute e la sicurezza di atleti e allenatori, seguito dall’indisponibilità di molte piscine in tutto il paese – non pochi impianti, dopo una parziale riapertura, hanno dovuto richiudere a causa della recrudescenza dei casi, che in America sembrano fuori controllo. La federazione cita inoltre altri due motivi che, seppur veri in questo momento, sembrano un po’ eccessivi per una gara che si terrà tra quattro mesi: l’impossibilità per i cittadini americani di viaggiare in gran parte dell’Europa (il blocco è valido ora, ma non lo sarà per sempre) e la rinuncia da parte di altre federazioni ai Mondiali giovanili (in questo momento le uniche ufficiali sono quelle di alcuni paesi del Sud America).
La rinuncia non è particolarmente grave dal punto di vista sportivo, in quanto gli Stati Uniti hanno sempre dato molta più importanza alle selezioni assolute che a quelle giovanili, ma pone importanti interrogativi per il prossimo futuro: se già da ora USA Diving, la federazione di tuffi più influente al mondo, rinuncia a gare da disputare il prossimo inverno, allora potrebbero essere a rischio anche i trials di selezione per la nazionale assoluta, in programma due settimane dopo i Mondiali Giovanili, utili per le selezioni per la Coppa del Mondo e le qualificazioni olimpiche del prossimo febbraio.
Se anche altri sport dovessero prendere simili decisioni sarebbe una catastrofe per i Giochi Olimpici di Tokyo, già rinviati di un anno: le Olimpiadi senza atleti americani, principali sponsor economici, non sono semplicemente concepibili. E con la capitale giapponese tornata nuovamente in parziale lockdown, a seconda dell’evoluzione della pandemia nei prossimi mesi, le Olimpiadi potrebbero tornare di nuovo a rischio cancellazione.