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Greg Louganis e il Camp Satori.

Pubblicato il Atleti

“Va bene tutto”, dice Greg Louganis ai ragazzi che frequentano il Camp Satori.

Urla, strilli, colpi di clacson, fischi. Basta non gettare oggetti per colpire il tuffatore a cui è stato chiesto di concentrarsi in mezzo alla confusione. Tutto questo di domenica mattina alla Country Day School di Phoenix.

Louganis non deve chiedere due volte per ottenere un bel pò di rumore. Giovani atleti che solo 30 minuti prima giacevano in silenzio su stuoie di yoga, sbattono allegramente  pentole e padelle, tavolette per il nuoto, o prendono a schiaffi l’acqua, saltano sui trampolini vicini cercando di fare più baccano possibile.

Questo non è il training camp del suo coach, ammette liberamente Louganis.

“Non ho le stesse competenze che il mio allenatore (Ron O’Brien) aveva, così i suoi ritiri erano un po’ “diversi” dal mio”, dice Greg Louganis, quattro volte medaglia d’oro olimpica, che ha portato il suo approccio unico in Arizona il mese scorso.

“La sua attenzione era tutta concentrata sulla meccanica e i livelli di abilità di ciascuno dei suoi atleti. Allenava i nostri punti di forza. Io quando arrivava il momento della gara, ero sempre all’altezza della situazione. Ma come mai?” Si è chiesto il Campione.

Attraverso le esperienze sul palco vissute nella danza, che Louganis iniziò all’età di 3 anni: visualizzazione, consapevolezza del proprio corpo, respirazione, flessibilità, tempismo.

“Queste sono tutte cose che faranno di te un tuffatore migliore”, dice Louganis. “Essere in grado di “unire i puntini” è molto prezioso. Qui al Camp Satori stiamo dando ai ragazzi un sacco di cose a cui pensare, da portare a casa con loro e rifletterci su.”

Da qui il nome Satori, un termine buddista che sta per “illuminazione”.

“Quello che stanno ottenendo durante questo ritiro, forse lo capiranno tra quattro o cinque anni, quando diranno: “Questo è quello che stava dicendo Greg!!” dice Louganis, che distribuisce chip di poker a chiunque compia atti casuali di gentilezza. “Non è una cosa che si apprende da un giorno all’altro, ma si tratta di qualcosa che poi ti resta per la vita.”

Ora cinquantunenne, Louganis conosce tutto ciò che è necessario per navigare in acque non sempre tranquille.

Anche solo “sfogliare” la sua vita può essere faticoso: adottato e cresciuto in California, ha superato la dislessia, è stato tre volte olimpionico, malgrado il boicottaggio degli Stati Uniti del 1980 ai Giochi Olimpici.

Più volte campione olimpico dal trampolino e dalla piattaforma, nel 1988 a Seoul colpisce con la testa il trampolino da 3 metri durante le eliminatorie, è poi risultato positivo al test per l’HIV e ha reso pubblica la sua sessualità e la malattia nel 1995.

Dopo la sua carriera di tuffatore ha fatto l’attore, l’addestratore di cani ed il giudice; dal 2010 ha fatto ritorno alla federazione statunitense come guida e motivatore per gli atleti.

Proprio per far si che i giovani lo conoscessero da vicino è stato lanciato il Camp Satori.

“L’onestà genera onestà”, dice. “Sono onesto sulla mia sessualità, sull’ HIV, sulla depressione  e sul mio passato abuso di alcool e droga. Condividendo queste cose divento reale per loro. Questo infonde nei ragazzi una certa sicurezza che potrebbero essere in grado di usare per superare alcune delle loro paure”.

Kristin Pruett, allenatrice di tuffi alla Country Day School di Phoenix e con i Marlins in Arizona, ha incontrato Louganis un anno fa e gli a parlato dei ritiri che  Ron O’Brien aveva organizzato per lei ed i suoi tuffatori.

“La mia idea era quella di portare Greg ad insegnare come allenarsi e competere come un campione”, dice Pruett. “Posso insegnare loro i tuffi, ma alcuni bambini potrebbero non scoprire ed usare mai il loro potenziale. Perché non provare ad insegnarlgli ciò che ha reso Greg un grande campione?”

I 27 tuffatori, di età  tra i 18 e gli 8 anni, di varie scuole, sono arrivati al Camp Satori per imparare ciò che Louganis a loro da offrire, anche danza e yoga.

“Ho avuto qualche resistenza da parte dei genitori,” continua Pruett. “Non capivano perché non fossero sul trampolino insieme a lui per tanto tempo. Ma ai bambini è piaciuto e alla fine si sono convinti”.

“Lo sport dei tuffi è molto ritmico, e la danza è una disciplina per certi versi è molto simile. Louganis non sta cercando di trasformarli in ballerini, gli basta far sentire loro il ritmo. ”

Della vita tanto quanto dei tuffi.

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