Menu Chiudi

Due chiacchiere con… Francesco Dell'Uomo.

Pubblicato il Foto Gallery, Intervista

 

Cari lettori di TuffiBlog, benvenuti al primo appuntamento con le nostre interviste.

Ultimamente ci sono state  spesso chieste notizie su Francesco Dell’Uomo, sulla sua salute e sul suo ritorno in vasca: così ci è sembrato giusto che fosse lui, uno dei più forti piattaformisti italiani di sempre, ad inaugurare questo spazio per soddisfare la nostra, ma sopratutto la vostra curiosità.

Francesco nasce a Colleferro l’otto Gennaio del 1987, attualmente è tesserato per la società sportiva Fiamme Oro di Roma ed è allenato dal tecnico Fabrizio De Angelis. Nel suo palmares può vantare due medaglie di bronzo ai Campionati Europei: una nel 2006 a Budapest nella prova sincro dalla piattaforma di 10 metri con Michele Benedetti e l’altra nel 2008 a Eindhoven sempre dalla piattaforma di 10 metri, ma nella prova individuale.

Ha partecipato a due Olimpiadi: quella di Atene 2004 e quella di Pechino 2008.

TuffiBlog: Ci parli brevemente di lei : quanto tempo fa ha iniziato a fare i tuffi? E perchè?

 Francesco Dell’Uomo: Ho cominciato a far nuoto a Cori a 4 anni e mezzo, perchè mia madre non sapeva nuotare e mio padre si reggeva a  malapena a galla e volevano che io imparassi! Dopo circa 1 anno, un allenatore di tuffi, Luigi Albonico, fece una selezione tra i bambini del nuoto cercando quelli che fisicamente potevano essere più portati per i tuffi e tra questi c’ero anche io. Ho cominciato a fare tuffi a 5 anni il lunedì, mercoledì e venerdi; mentre il martedì e giovedì facevo ginnastica artistica.
A 10 anni la piscina di Cori venne chiusa a causa di alcuni atti vandalici e il mio primo allenatore si ritirò, invitando mia madre a non farmi smettere, certo delle mie potenzialità e consegnandomi nelle mani di Fabrizio De Angelis allenatore del gruppo sportivo delle “Fiamme Oro” a Roma.
Da quel momento in poi, decisi di lasciare la ginnastica artistica e di dedicarmi completamente ai tuffi e iniziai ad andare tutti i giorni ad allenarmi a Roma(60km da casa)  dopo la scuola, accompagnato da mia madre.

 TB: Qual’è stato secondo lei il momento più importante della sua carriera agonistica?

 FD: Mah..- di momenti importanti in tutti questi anni di carriera ce ne sono stati veramente tanti; ma senza dubbio non dimenticherò mai l’entusiasmo e l’emozione provata quando nel 2000, in un giorno che sembrava come tutti gli altri, arrivai al Foro Italico per la sessione di allenamento,e andando a salutare il mio allenatore prima di cominciare, trovai accanto a lui un borsone più grande di me, tutto azzurro e bianco con su scritto a caratteri cubitali “Italia”… bhè, quando il mio allenatore mi disse “questa è tua” non posso descrivere l’emozione, ma lo ricordo come fosse ieri! sono stato un giorno intero a darmi pizzicotti…

        

 TB: E il peggiore?

FD: Il peggiore invece credo sia stato nel 2002, quando con un tuffo dai 10 metri ho preso male le mani e  l’impatto con l’acqua ha fatto sì che mi rompessi il nucleo d’accrescimento del pollice: morale della favola, due chiodi nella mano e diversi mesi di stop con l’incertezza di una completa guarigione!

 TB: Se ci sono, ci potrebbe parlare delle persone più importanti per lei come atleta?

 FD: Sicuramente il mio allenatore, Fabrizio De Angelis, per quanto riguarda gli anni della mia adolescenza: mi ha aiutato a tirare fuori il meglio di me. Ci siamo scontrati qualche volta però oggi mi rendo conto che all’epoca  avevo bisogno di uno che mi chiedesse sempre di più per arrivare dove sono arrivato, l’impresa di essere arrivato in finale alle Olimpiadi di Atene la devo in larga parte a lui!
Inutile dirvi che importantissima è stata la mia famiglia, che ha sempre creduto in me e non mi ha mai fatto mancare nulla. Il loro appoggio è stato fondamentale, tanto quello di mio padre e mia madre, quanto quello di mia sorella!
A loro, aggiungo i miei compagni di squadra: con qualcuno ho legami veramente speciali e ci sentiamo e vediamo costantemente anche fuori dalla piscina, ma in generale ho un bellissimo rapporto con tutti. Sono contento di questo perchè stare bene insieme e sentirsi ben voluti… è fondamentale e dà sostegno!

 TB: Quest’anno lei è stato fermato a causa di un problema cardiaco: ci può dire cosa è successo e qual’è esattamente il problema?

 FD: è iniziato tutto il 7 gennaio: facendo un tuffo dai 10 metri, sono entrato leggermente scarso prendendo una botta sul petto e sono andato subito in tachicardia. Il giorno dopo (mio compleanno) mi è venuta la febbre e respiravo con affanno. Una volta passata la febbre ho visto che il respiro continuava ad essere affannoso, specialmente dopo un minimo di movimento e così sono andato al pronto soccorso per degli accertamenti.
Con una ecografia il dottore ha riscontrato del liquido intorno al cuore che non permetteva a quest’ultimo di pompare bene, diagnosi: pericardite… è una infiammazione della membrana del cuore.

 TB: Ora che sono passati diversi mesi dal suo stop forzato come sta? Ha ripreso l’attività? Quando la vedremo di nuovo sulla piattaforma?

 FD: Ora mi sento bene, credo(ma soprattutto spero) che l’infiammazione sia passata. Da circa una settimana ho ripreso a fare un pò di ginnastica… Avrò nella prima settimana di aprile la visita all’ Istituto della Medicina dello Sport di Roma, dove mi diranno se potrò finalmente riprendere con i tuffi o meno.

 TB: Com’è stata la vita lontana dalla piscina? E vedere i suoi compagni di squadra gareggiare a Torino?

FD:  Il primo mesetto è stato duro, perchè vietare tassativamente di fare qualsiasi tipo di attività fisica ad uno sportivo agonista,  vuol dire togliergli una cosa che ha fatto per più di 10 anni, per 6 ore al giorno; poi ho cominciato a vedere le cose in un’ottica più positiva e così anche il tempo è passato più in fretta: mi sono goduto i miei familiari, le uscite con gli amici e la mia casa dove sono andato a vivere circa un anno fa.
Le gare di Torino le ho viste e ho tifato per i miei compagni, dal primo all’ultimo e ci siamo sentiti spessissimo al telefono per i vari complimenti e commenti.

 TB: Cosa ne pensa di Mattia Placidi e Maicol Scuttari?Crede saranno un problema per il suo rientro nella squadra nazionale?

FD: Mattia e Maicol hanno saltato molto bene e sono contento che il mio “ritiro momentaneo” li abbia spinti a risalire dai 10 metri… C’ è bisogno di più gente che faccia piattaforma in Italia e di sana competizione. Io mi conosco bene: quest’anno non so come andrà a finire sia con i miei tempi di recupero, sia con chi andrà a fare le prossime gare… Ma so di certo che quando potrò ricominciare, salterò con ancora più voglia e gareggiare con avversari che partono alla pari con me, uscirne vincente o perdente darà comunque di nuovo quel pepe che mi manca da un pò di anni. 

 TB: Per finire le andrebbe di fare un saluto speciale ai lettori di TuffiBlog?

FD: Faccio un saluto speciale a tutti i lettori di tuffiblog e i complimenti a voi della redazione che avete avuto l’idea di aprire questo blog per tenere sempre informati i tifosi e  gli appassionati di tuffi… Continuate così, grazie Francesco Dell’Uomo.

    

Grazie a te Francesco per i complimenti, per averci concesso un pò del tuo tempo e ad aver condiviso con noi i tuoi pensieri.

Un grande “IN BOCCA AL LUPO” per una pronta guarigione da tutti i tuoi fans e da TuffiBlog!

Share via
Copy link